“LifeFoliage è stato l’esperimento che ha lanciato l’idea di costruire insieme questa piattaforma comune di informazioni basilari”
Raoul Romano, figura di primo piano del Crea, è uno degli attori principali del Sinfor. A margine della presentazione della nuova piattaforma di raccolta dati organizzata dal Masaf, ha spiegato quali sono stati i motivi ispiratori e quali sono le aspettative legate all’attività di monitoraggio dei boschi.
La raccolta dati in ambito forestale è a un punto di svolta. Cosa rappresenta SinFor per il nostro Paese?
“E’ una delle più grosse sfide per il settore forestale, ma anche per l’Italia, perché ci aiuta a conoscere a pieno il territorio in cui viviamo. Oltre il 36% della superficie italiana è coperta da boschi. Cosa sono questi boschi, cosa c’è? Ma soprattutto, qual è l’industria che si sviluppa attorno a loro? Non parliamo solo dell’industria legata al legno, ma anche delle filiere ambientali, di accompagnamento, terapeutiche, di valore culturale. Sono industrie che creano occupazione: SinFor sta gettando le fondamenta per costruire un sistema di conoscenza sul valore economico, ambientale e storico-culturale dei boschi. Ma anche su tutti quelli che sono i dati che riguardano il sistema forestale italiano e il suo patrimonio territoriale”.
La raccolta dati: un lavoro titanico, di gruppo…
“Un lavoro di governance. Finora avevamo due inventari campionari che davano dati importantissimi, quello del 2005 e quello del 2015. E avevamo delle indagini Istat e di altri istituti sull’argomento forestale. Però erano spesso dati che non riuscivano a parlarsi tra di loro, frammentati o incompleti. E chi voleva capire il settore forestale spesso si affidava a indagini o studi. Il SinFor invece mette a sistema tutte le informazioni esistenti, compreso il patrimonio di dati che possiedono le Regioni, le rappresentanze di settore, Ispra, Agea, e tutti gli enti che a vario titolo si occupano o si sono occupati del settore forestale.
Mettendo a sistema e filtrando tutte queste informazioni avremo una conoscenza seria e reale del patrimonio forestale e delle sue filiere per fare delle politiche efficaci. Solo conoscendo possiamo dire cosa fare e come farlo”.
Tra i dati che piovono nel nuovo contenitore ci sono quelli sulle autorizzazioni al taglio: avremo un quadro finalmente attendibile della situazione in Italia?
“Noi non sapevamo quante autorizzazioni vengono rilasciate a livello nazionale: la competenza è delle Regioni, che spesso delegano a Comuni o Comunità montane. In questo quadro, era fondamentale costruire un sistema che raccogliesse tutte le autorizzazioni rilasciate, non solo in termini di numero ma anche in termini di superfici autorizzate, di volumi, di quantità convertita in un altro settore (come quello energetico, o delle strutture). Raccogliere questo dato diventava indispensabile per avere un metodo di raccolta comune. E il progetto LifeFoliage è stato l’esperimento che ha lanciato l’idea di costruire insieme questa piattaforma comune di informazioni basilari. Che sono: numero di autorizzazioni rilasciate, per quanta superficie, per quanti volumi. E’ la basa che tutte le Regioni devono avere. Noi a livello nazionale raccoglieremo questo minimo e Foliage ci sta aiutando perché quelle Regioni che non hanno un sistema che genera dati possa almeno raccogliere quelle tre informazioni”.
Il progetto SinFor prevede la piena operatività dopo tre anni dalla sua nascita…
“Alle Regioni abbiamo 21 realtà amministrative diverse e quindi anche metodologie e forme organizzative differenti nella gestione delle informazioni forestali. A livello nazionale avremo da adesso un’informazione minima comune che tutte le Regioni devono raccogliere e che a livello nazionale noi possiamo mettere insieme e presentare non solo a tutta la popolazione ma anche a livello internazionale”.
Il nuovo regolamento europeo sul monitoraggio forestale chiede proprio informazioni certe e georiferite. Possiamo dire di essere in linea?
“Alcune delle nuove indicazioni europee le abbiamo addirittura anticipate. La stessa Unione Europea ci ha contattato, attraverso gli uffici che si occupano di questo nuovo regolamento, per chiederci come l’Italia ha impostato la struttura del SinFor, qual è stato il processo di costruzione del progetto e quali indicatori abbiamo selezionato. E questa è stata una grande soddisfazione, perché ci ha reso partecipi di un processo europeo verso un’unità comunitaria. Se guardiamo oltre confine, la situazione è molto diversa. La Francia ha un sistema simile da decenni, altri Paesi europei ne sono del tutto sprovvisti”.